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Coldiretti Toscana: “Il ruolo dell’agricoltura è fondamentale per la transizione energetica”

Redazione
04/11/2024 2 Mins Read

I semi dei girasoli coltivati dagli agricoltori toscani nel motore delle nostre auto. E’ una nuova opportunità che sostiene il reddito delle aziende agricole e che fa bene al nostro ambiente. Sono triplicate le superfici coltivate a girasole destinate alla produzione di biodiesel, alternativo all’inquinatissimo diesel da petrolio, passando dai 500 ettari del 2023 ai 1.500 del 2024. Passa anche da qui la sfida ai cambiamenti climatici. A dirlo è Coldiretti Toscana in riferimento alla crescente adesione delle imprese toscane al progetto di ENI e BF (Bonifiche Ferraresi) per sviluppare nel nostro paese una filiera agro-industriale per uso energetico. “L’agricoltura è il settore economico più danneggiato dagli effetti della crisi climatica ma anche il più impegnato nel ridurne i rischi e l’impatto del surriscaldamento con azioni concrete e soluzioni alternative che spaziano, per esempio, dalla produzione di energie rinnovabili da scarti di lavorazione, reflui zootecnici e dal sole con i pannelli sui tetti delle stalle agli investimenti nell’agricoltura di precisione per azzerare sprechi e consumo di risorse fino all’agricoltura biologica. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Fermo restando l’assoluta priorità della filiera agroalimentare, quindi della produzione di cibo, le imprese agricole stanno giocando un ruolo fondamentale nella transizione energetica e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento. I biocarburanti sono tra queste opzioni. In Toscana sono oltre 50 le aziende agricole che hanno sottoscritto l’accordo e stanno contribuendo a questo particolare ed innovativo progetto”.

Una spinta determinante alla crescita del progetto in Toscana arriva dai contratti di filiera sostenuti da Coldiretti Toscana e CAI – Consorzi Agrari d’Italia per cogliere le opportunità dell’accordo di collaborazione tra ENI e BF (Bonifiche Ferraresi). “I contratti di filiera sono in questo momento lo strumento che garantisce una giusta remunerazione alle imprese agricole permettendo agli agricoltori di sottoscrivere, prima ancora di iniziare la semina, un accordo che prevede un prezzo già stabilito che, nel caso specifico del girasole energetico, è quest’anno superiore del 10% rispetto al libero mercato. Uno strumento che permette di programmare gli investimenti, recuperare terreni marginali, magari non coltivati, mettendo al riparo gli agricoltori dalle oscillazioni imprevedibili dei mercati che come abbiamo visto durante il conflitto in Ucraina aveva portato ad una distorsione senza precedenti. – spiega Fabio Lombardi, Direttore Consorzio Agrario del Tirreno e Consorzio Agrario di Siena CAI – Le precipitazioni di queste settimane però stanno rallentando la raccolta soprattutto nelle zone del livornese, pisano ma anche nell’aretino e nella piana fiorentina creando apprensione sulle rese considerando che il combustibile green si ottiene attraverso la spremitura dei semi. Mancano ancora un terzo degli ettari all’appello. Questa settimana sarà decisiva”.

In Toscana sono poco meno di 21 mila gli ettari coltivati a girasole che caratterizzano con i suoi colori il paesaggio regionale tanto da essere diventato una vera e propria attrazione turistica ed un fenomeno social.

Arezzo con 5.600 ettari, Pisa von 5.200, Siena con 3.500, Grosseto con 2.800 e Livorno con 1.00 sono le province a maggiore vocazione.

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