CNA Firenze: “Dazi USA al 15%, duro colpo per l’export e il Made in Italy”
Un incremento dei dazi fino al 15% sugli scambi con gli Stati Uniti rischia di infliggere un duro colpo all’export fiorentino. A lanciare l’allarme è Francesco Amerighi, presidente di CNA Firenze Metropolitana, che definisce l’accordo raggiunto tra Washington e Commissione Europea «non soddisfacente» e potenzialmente devastante per le piccole e medie imprese.
«Un livello dei dazi così elevato – afferma Amerighi – avrà effetti pesantissimi su un settore già penalizzato dall’apprezzamento dell’euro sul dollaro, cresciuto di quasi il 15% negli ultimi mesi».
Nel 2024 gli Stati Uniti si sono confermati il principale mercato di riferimento per le esportazioni della Città Metropolitana di Firenze, rappresentando il 25,2% del totale con un valore complessivo di circa 6,2 miliardi di euro, in crescita del 43,9% rispetto all’anno precedente. «Un rincaro dei dazi – sottolinea Amerighi – colpisce soprattutto le piccole imprese che negli ultimi anni hanno investito molto per consolidarsi sul mercato americano. Penalizzarle ora significa cancellare anni di impegno, innovazione e crescita competitiva».
A giugno 2025, su oltre 102.000 imprese registrate nel territorio metropolitano, più di 13.000 operano nel manifatturiero, un comparto particolarmente esposto alle barriere commerciali. Inoltre, il 26% delle aziende è costituito da realtà artigiane, anch’esse vulnerabili all’inasprimento dei dazi.
«Si scrive 15 ma si legge 30% – prosegue Amerighi – perché si tratta di una tassa ingiusta e sproporzionata che finirà per colpire non solo il Made in Italy, ma anche l’economia americana». Da qui la richiesta di un intervento immediato con misure compensative concrete, incentivi diretti e indiretti, riduzione della burocrazia e l’apertura di nuovi mercati alternativi agli Stati Uniti.
CNA Firenze sollecita inoltre il Governo a riattivare con urgenza il tavolo sull’export presso Palazzo Chigi, per rendere operativi i 25 miliardi di euro già annunciati a sostegno del sistema produttivo nazionale e salvaguardare la competitività delle imprese italiane.



