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Firenze, Giani: “Chiudere il consolato USA sarebbe un grave errore”

Redazione
25/04/2025 2 Mins Read

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, interviene con fermezza contro l’ipotesi di chiusura del consolato degli Stati Uniti a Firenze, definendola “una scelta inopportuna” che rischia di ignorare secoli di relazioni profonde tra la Toscana e il popolo americano.
Durante un evento del Festival dell’Identità Toscana, Giani ha sottolineato il valore del rapporto culturale e istituzionale tra la regione e gli Stati Uniti, ricordando come Firenze ospiti oggi oltre trenta istituzioni accademiche americane – tra università, college e centri di studio – che contribuiscono attivamente alla vita culturale cittadina e al dialogo internazionale.
“Questa storica vicinanza – ha detto – risale addirittura al 1819, quando James Ombrosi, su incarico del console di Livorno, aprì la prima rappresentanza americana a Firenze. Successivamente, nel 1861, il presidente Lincoln nominò George Perkins Marsh come primo console ufficiale. Da allora, la presenza diplomatica statunitense in città non si è mai interrotta.”
Il consolato fiorentino, ricorda Giani, è uno dei soli quattro in Italia abilitati al rilascio di visti per gli Stati Uniti, un ruolo strategico che evidenzia l’importanza operativa della sede. “Chiuderlo – prosegue – sarebbe un gesto miope, che tradisce la fiducia di una comunità americana ben radicata sul territorio.”
A supporto della sua posizione, Giani ha annunciato l’invio di una lettera ufficiale al presidente degli Stati Uniti e all’ambasciatore americano in Italia, in cui chiederà di riconsiderare la decisione.
Nell’intervento, il governatore ha anche citato lo storico Giorgio Spini, che nel suo studio su Firenze nell’Ottocento documentava la significativa presenza anglosassone in città: già nel 1850, su 100.000 abitanti, ben 5.000 erano cittadini provenienti da Inghilterra e Stati Uniti.
“La Toscana – ha concluso Giani – ha dato molto alla storia americana: basti pensare a figure come Amerigo Vespucci e Filippo Mazzei. Chiudere il consolato significherebbe lanciare un segnale negativo a tutti gli americani che vivono, studiano o visitano questa terra, da sempre accogliente e legata agli Stati Uniti da un rapporto speciale.”

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