In Toscana si apre una nuova opportunità per chi desidera lavorare nell’ambito delle fattorie sociali: la Regione ha approvato le linee guida per l’avvio di percorsi formativi mirati, finalizzati al rilascio dell’attestato di qualificazione professionale per operatore e operatrice di fattoria sociale.
Si tratta di una nuova tappa nel cammino di riconoscimento e valorizzazione dell’agricoltura sociale, già tracciato con la legge regionale n. 20 del 2023 e il relativo regolamento attuativo. Un sistema normativo chiaro e definito che intende sostenere le imprese agricole impegnate nell’inclusione lavorativa e sociale di persone fragili e svantaggiate.
«Con questa iniziativa – dichiarano la vicepresidente e assessora all’Agricoltura Stefania Saccardi e l’assessora alla Formazione e al Lavoro Alessandra Nardini – vogliamo rafforzare un settore che unisce produzione e solidarietà, dando strumenti concreti per favorire coesione sociale». Entrambe sottolineano l’importanza di una preparazione adeguata: «Operare in una fattoria sociale richiede competenze specifiche, sia tecniche che relazionali, che è necessario regolamentare e certificare».
Le linee guida stabiliscono i criteri per l’organizzazione dei corsi, definendo nel dettaglio i requisiti degli enti formatori, le modalità di accesso, la struttura dei percorsi e le prove finali. È previsto un minimo di 80 ore di lezione, al termine delle quali i partecipanti dovranno superare un esame per ottenere l’attestato.
Ma non solo: oltre alla via formativa, la normativa regionale prevede anche una seconda possibilità per accedere all’elenco ufficiale degli operatori di fattoria sociale. Chi ha maturato almeno tre anni di esperienza pratica nel settore, infatti, potrà vedere riconosciute le proprie competenze attraverso una valutazione specifica.
Secondo Saccardi e Nardini, questa misura rappresenta un volano importante per i territori più decentrati: «Le fattorie sociali – concludono – possono diventare un punto di riferimento per l’integrazione con i servizi socio-sanitari, generando impatti positivi soprattutto nelle aree rurali e interne, contribuendo a uno sviluppo più equo e diffuso della nostra regione».



