Un’ardente Mimì ne La Bohème del 62° Festival Puccini
TORRE DEL LAGO PUCCINI (di Edoardo Altamura) – La Bohème di questo 62° Festival Puccini di Torre del Lago e rappresentata al Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini porta con sé due nomi assai importanti, anche prima ancora di leggere quelli del cast: Ettore Scola e Luciano Ricceri. Del secondo è la scenografia, che si presenta come realistica e ben si amalgama con il libretto di Giacosa e Illica; l’impianto sfrutta bene anche i tratti cinematografici dell’Opera. Questi ultimi sono valorizzati anche dalla regia del compianto Ettore Scola, ripresa dal nipote Marco Scola di Mambro.
Addentrandoci nel canto in senso stretto, non è possibile affermare che l’intonazione di Mimì (Fiorenza Cedolins) e di Rodolfo (in sostituzione a Leonardo Camimi, ieri sera indisposto, c’era Amadi Lagha che comunque avrebbe dovuto essere in scena la sera del 05/08) sia stata completamente perfetta; ma poco importa. Se cercassimo un’esecuzione perfetta allora ascolteremmo un CD o guarderemmo una delle versioni per il cinema. Quello che cerchiamo o, per lo meno, che alcuni cercano, è l’insieme: questo è stato incredibile. Il bello di andare in teatro è il partecipare all’hic et nunc, l’esserci; chi c’è stato, infatti ha potuto assistere all’interessantissima versione di Mimì che la Cedolins ci ha donato. La protagonista è sì malata, ma, anche grazie a quella voce così particolare ed a volte vagamente spigolosa dell’interprete, il personaggio è riempito di un fuoco così ardente che tramuta l’ammalata giovane in una figura molto forte perché dotata di un carattere vigoroso e che quindi le consente, in un certo senso, di vivere la vita senza essere totalmente atterrita dall’avanzare della tubercolosi.
Scroscianti applausi anche per gli altri cantanti: Daniela Cappiello (Musetta), Francesco Verna (Marcello), Raffaello Raffio (Schaunard), Davide Mura (Colinne), Claudio Ottino (Benoit), Angelo Nardinocchi (Alcindoro), Francesco Napoleoni (Parpignol), Stefano Fagiolini (Sergente dei Doganieri) e Alessandro Biagiotti (un Doganiere); hanno dato grande risalto alle scene d’insieme, in particolare quelle comiche che hanno suscitato sonore risate da una parte del pubblico.
Ultimo, ma non per ultimo, anzi probabilmente primo, Fabio Mastrangelo, il Maestro Concertatore e Direttore, è riuscito a creare un’orchestrazione estremamente equilibrata ed intelligente. Fra i musicisti dell’Orchestra del Festival Puccini e i cantanti abbiamo assistito ad un eccellente equilibrio, giocato sull’armonizzazione della gestione dei volumi degli strumenti e delle voci, sia quelle dei solisti che quelle del Coro del Festival Puccini (M° Salvo Sgrò) e del Coro delle voci bianche del Festival Puccini (M° Viviana Apicella); oltre alla questione, da non sottovalutare, del teatro all’aperto, la scenografia era incentrata nella porzione centrale, leggermente spostata oltre la metà retrostante del palcoscenico, quindi piuttosto lontana dal proscenio e dagli spettatori.