Strage di Viareggio, confermate le condanne
Sedici anni dopo la tragica notte che sconvolse Viareggio, la giustizia ha ribadito le proprie decisioni. La Corte d’Appello di Firenze ha confermato le condanne nei confronti di tutti i 12 imputati coinvolti nella strage ferroviaria del 29 giugno 2009, quando un’esplosione causata dal deragliamento di un carro cisterna carico di GPL provocò la morte di 32 persone e il ferimento di molte altre, lasciando dietro di sé un’intera zona della città in macerie.
Si tratta del sesto grado di giudizio relativo al disastro, il cosiddetto “Appello Ter”, che ha nuovamente confermato alle proprie responsabilità i vertici delle Ferrovie dello Stato di allora. Nessuna riduzione di pena, nessuna attenuante concessa: le condanne restano esattamente come stabilito in precedenza.
L’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, dovrà scontare cinque anni di carcere. Confermata anche la pena di quattro anni e due mesi per l’ex AD di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), e quella di quattro anni inflitta a che guidava la divisione Cargo di Trenitalia. I giudici hanno respinto la richiesta di applicazione delle attenuanti generiche, confermando la piena responsabilità penale degli imputati.
Gli avvocati della difesa hanno espresso profondo disappunto per la decisione e hanno già annunciato il ricorso in Cassazione, determinati a proseguire la battaglia legale fino all’ultimo grado di giudizio. La sentenza odierna, pur rappresentando un altro passo verso la verità giudiziaria, non è ancora definitiva.
Nel frattempo, i familiari delle vittime hanno accolto con soddisfazione la conferma delle condanne, considerandola una tappa importante nel lungo cammino verso la giustizia. Tuttavia, non nascondono l’amarezza per i tempi estremamente dilatati del processo, che hanno prolungato per anni il dolore e l’attesa di una risposta chiara e definitiva da parte dello Stato.
Il disastro di Viareggio resta una delle peggiori tragedie ferroviarie italiane del dopoguerra. Oltre ai 32 morti, molte delle persone sopravvissute portano ancora sul corpo i segni delle gravi ustioni riportate. L’enorme incendio che si sviluppò dopo il deragliamento trasformò un tranquillo quartiere residenziale in uno scenario apocalittico, lasciando una ferita profonda nella memoria collettiva della città e del Paese.